Roma, Villa Lante al Gianicolo
23 aprile 2013
Ensemble Seicentonovecento
Flavio Colusso direttore al cembalo
Elena Cecchi Fedi soprano
Margherita Chiminelli soprano
Maria Chiara Chizzoni soprano
Arianna Miceli soprano
Luigi De Donato basso
Andrea Damiani tiorba
Andrea Coen organo
newsletter L’Orecchio di Giano, Festa carissimiana
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Primo appuntamento per l’anno 2013 de «L’Orecchio di Giano: Dialoghi della Antica & Moderna Musica», il ciclo di concerti nella spettacolare loggia di Villa Lante al Gianicolo organizzato da Musicaimmagine in collaborazione con l’Institutum Romanum Finlandiae, il sostegno del MiBAC e con il patrocinio dell’Ambasciata di Finlandia.
La serata inaugurale di martedì 23 aprile “Festa carissimiana” celebra i "Trent’anni insieme a Giacomo Carissimi" dell’Ensemble Seicentonovecento diretto da Flavio Colusso. Era infatti il 1983 quando Flavio Colusso e Andrea Coen iniziavano l’avventura carissimiana con gli studi, i primi concerti, le registrazioni; oggi - dopo i grandi successi internazionali, gli eventi del IV Centenario del 2005 e le numerose pubblicazioni - l’uscita della riedizione per la Brilliant Classics della storica interpretazione di Seicentonovecento dell’Integrale degli Oratori in 9 CD, rilancia verso i nuovi progetti concertistici e discografici, tra i quali il completamento della raccolta Arion Romanus, che sarà pubblicata nell’autunno 2013 in un cofanetto di 3 CD, sempre per la Brilliant.
La “festa” a Villa Lante riunisce il pubblico affezionato e i solisti dell’Ensemble che hanno condiviso negli anni l’impegno carissimiano, già definito «un’autentica avventura della cultura e dello spirito» e che sono oggi impegnati nella registrazione dei nuovi mottetti di Arion Romanus, alcuni dei quali in prima esecuzione moderna. Definite nella dedica della stampa del 1670 «composte di arte e singolare dolcezza miste insieme», queste composizioni virtuosistiche da una a cinque voci costituiscono una mirabile sintesi delle qualità compositive e dell’arte magistrale di Carissimi.
La raccolta Arion Romanus, stampata a Costanza vivente l’autore, e conservata in copia unica presso la Biblioteca Centrale di Zurigo, già nella scelta del titolo è una testimonianza della enorme fama e considerazione del musicista, fra i più celebrati del suo tempo in tutta l’Europa. Come ben scrive Claudio Strinati: «[…] Carissimi fu, in tal senso, figura paradigmatica e dotata di un carisma e un fascino incomparabilmente superiori a quelli di tanti suoi contemporanei ed ecco, allora, come il richiamo alla figura di Arione fatto nei suoi confronti assunse senso profondo. Athanasius Kircher già aveva chiarito, con definitiva precisione, come caratteristica della musica di Carissimi fosse quella di portare l’ascoltatore verso una gamma vastissima di stati d’animo con la conseguente pienezza spirituale che tale attitudine non può non generare. Proprio la dimensione della vivacità e della densità di contenuti sembrarono a Kircher come specifici della creatività carissimiana. Dunque Arione quale metafora di trascinamento dei sentimenti e di altissimo ingegno nella elaborazione della forma».