PROIEZIONE
del Film musicale di Georg Brintrup
(ZDF/Arte, 52’, lingua italiana e sottotitoli in inglese)
CONCERTO
con la prima esecuzione della “Missa Petra Sancta”
di Giovanni Pierluigi da Palestrina
o altre composizioni palestriniane
Ensemble Seicentonovecento
ALESSANDRO CARMIGNANI cantus
PAOLO BORGONOVO altus
MAURIZIO DALENA quintus
PAOLO FANCIULLACCI tenor
WALTER TESTOLIN bassus
FLAVIO COLUSSO sextus e direzione
download allegato : Palestrina Princeps Musicae, anteprima film 2009
audio/video : VideoClip del Film
Princeps Musicae
di Georg Brintrup
Quando Giovanni Pierluigi da Palestrina (Ioannes Petrus Loisius Praenestinus, ca.1525-1594) morì, lasciava ai posteri un’eredità di quasi mille composizioni. Questo film mira a far percepire il ponte ideale che ci unisce alla musica del compositore, per mostrare come la eco del suono da lui creato è in grado di impressionare la coscienza moderna. Con l’ausilio della tecnica video ad alta definizione ho cercato di trasmettere la vitalità della sua arte musicale e di far comprendere perché il Palestrina fu elevato a “Principe della musica”. Nella cultura occidentale i suoi capolavori sono come gli affreschi di Michelangelo e di Raffaello, i drammi di Shakespeare o le scoperte di Galileo. Di fronte ad essi i rumori e il frastuono del quotidiano contemporaneo si mostrano per quello che sono: una patina di polveri sottili che inquinano la vera forza vitale che è nello spirito dell’uomo. E la musica di Palestrina può risvegliare quella forza: stimolando la fantasia sembra capace di muovere i granelli di polvere, sospesi nei raggi di luce, come se fossero pianeti dell’Universo; di rendere le stelle gocce in un oceano di silenzio; di mutare un edificio del Rinascimento in un’architettura minimalista di oggi...
Nel film il protagonista non appare sempre “in persona”, ma incontriamo i suoi amici e i suoi nemici che ci rivelano i diversi aspetti dell’uomo e dell’artista. Biografi a, tecnica della composizione, logica sottesa alle azioni e alle scelte sono presentati attraverso la luce riflessa dei suoi contemporanei che pronunciano commenti o semplicemente ricordano fatti salienti:
membri del clero romano, principi, musicisti, alcuni dei suoi ex-allievi, i suoi familiari, e infine un moderno maestro di cappella nella Roma di oggi, che ho voluto riprendere sul campo, mentre è al lavoro con i suoi cantori. Interventi preziosi al fine di contestualizzare l’artista e la sua opera in un ambiente di grandi contraddizioni e tensioni ideali, artistiche, sociali, religiose. Un gruppo di voci maschili eseguono i brani sia in dodici, sia a “parti reali” a sei, cinque o quattro voci; i solisti non vengono ripresi in maniera fissa in mezzo allo spazio delle chiese e degli altri luoghi, ma sono “attori”, nucleo centro e nello stesso tempo elemento unificante del film: un corpo risonante che poi può anche essere “sezionato”, perché ogni voce è indipendente dalle altre e può essere a sé. Il gruppo commenta” acusticamente la biografi a di questo grande maestro, presentando sia alcune delle opere più famose, ma anche composizioni meno conosciute. La musica del Palestrina si trova sempre sulla soglia, in quello spazio magico dove regna l’assoluto silenzio, dove tutto è sospeso, dove ciascuno è capace di aprirsi oppure di chiudersi; dove è visibile l’ambiguità della vita stessa. Da qui muove e si sviluppa la suspense del film. Saranno poi le immagini a condurre alla musica, a mettere la musica in scena.
Onirique, céleste, divin, c’est Palestrina
Montréal, Festival international des films sur l’art (FIFA)
Martin Prévost - 22 mars 2011 - Pieuvre Pour un amoureux de l’œuvre de Palestrina comme je le suis, se présenter à la projection du film de Georg Brintrup, Palestrina, princeps musicae, c’est arriver avec de grandes attentes. Et comme les admirateurs de Giovanni Pierluigi da Palestrina sont nombreux en ce monde, le réalisateur avait une lourde tâche à accomplir et des choix importants à faire dans le traitement du sujet. Le premier des ces choix fondamentaux, Brintrup l’a fait en optant pour la biographie dramatisée. Second choix qui devait achever d’asseoir un travail impressionnant : nous faire entendre la musique du maestro, beaucoup de musique, interprétée avec talent, avec brio et surtout avec beaucoup d’âme par l’Ensemble Seicentonovecento, sous la direction de Flavio Colusso. L’ambiance céleste qui se dégage de ce bijou de document nous donnait envie de fermer les yeux pour mieux s’élever vers les cieux et tenter de rejoindre Palestrina. Par contre, il valait mieux les garder ouvert pour tenter de lire à toute vitesse les sous-titres anglais si, par malheur, notre italien, comme c’était mon cas, laissait à désirer.
C’eut été aussi dommage car la photographie du long métrage valait le détour. Le choix de lieux de tournage pour les scènes dramatisées nous laisse deviner des semaines de repérage et de demandes d’autorisations pour filmer. Mais les scènes réelles, qui mettent presque toutes en scène et en voix les excellents chanteurs ne sont pas moins bien campées et elles nous laissent deviner sans peine la qualité de l’acoustique dans ces lieux mythiques. Pour revenir à la dramatisation, mentionnons tout de suite que le choix des acteurs est très réussi et que chacune des interprétations est crédibles mais si certains acteurs se démarquent et ont l’air plus vrai que nature. Avec toute cette mise en scène, Brintrup réussit à nous montrer un Palestrina humain, bon vivant mais aussi tourmenté, parfois imbu de lui-même, profondément artistique et sincèrement mystique. Il nous montre aussi une Italie où la religion était omniprésente et très politique. Tout en détaillant l’évolution de la pensée musicale et philosophique du maître, le réalisateur a produit une impressionnante ode à la polyphonie. Repartir du visionnement de Palestrina, princeps musicae, pour un adepte comme moi, c’est s’en retourner comblé!