musiche di Luzzasco Luzzaschi, Flavio Colusso
Ensemble Seicentonovecento
Elena Cecchi Fedi, soprano
Maria Chiara Chizzoni, soprano
Margherita Chiminelli, soprano
Giulia Boschi, voce recitante
Flavio Colusso, clavicembalo, pianoforte e direzione
download allegato : "Lo Specchio delle Dame", Cartolina 2007
audio/video : COLUSSO, Aura soave - Maria Chiara Chizzoni, live 2007
“Lo Specchio delle Dame”
[...] Questa volta il consueto “dialogo della Antica et Moderna Musica” dell’Ensemble Seicentonovecento diretto da Flavio Colusso si svolge tra i madrigali del ferrarese Luzzasco Luzzaschi (Ferrara, 1545 - 1607) tratti dal repertorio del “Concerto delle Dame” del duca Alfonso II d’Este e i madrigali composti dallo stesso Colusso ‘specchiati’ sui medesimi testi del grande poeta Battista Guarini (Ferrara 1538 – Venezia 1612) del quale si celebra il IV Centenario della morte: la poesia usata non come supporto per musica bensì come scaturigine di immagini sempre nuove nel segno della memoria. Il celebre “Concerto delle Dame” ha cambiato il volto della vocalità europea e, oggi, le virtuose voci solistiche intrecciate con la voce recitante esplorano in chiave moderna le sfaccettature dei mitologici testi presentando le belle e sensuali Amarilli, madrigali composti nell’arco di trent’anni dal compositore romano.
Le Dame sono prima evocate e poi riflesse in un moderno Specchio attraverso il lavoro musicale di un compositore contemporaneo che si è sempre trovato a suo agio con le tematiche della musica rinascimentale e barocca per lunga consuetudine interpretativa, e quindi ne sa cogliere gli echi e gli intimi significati. Arpeggi soavi, ma anche bruschi come lampi; accordi dalla rarefatta suadenza; reminiscenze debussiane e pucciniane… bagliori riflessi da un magico specchio-nello-specchio senza tempo, perché specchio di ogni tempo.
Arcadia bifronte
Carlo Vitali - ottobre 2007 - Amadeus
[...] Primo libro dei madrigali illustrati chiama Colusso questo suo giardino in dodici stazioni dissodato nel giro di quasi tre decenni; una personale Arcadia dove Ravel gioca a moscacieca con Perotinus, Dallapiccola insegue Respighi, Schubert accompagna al piano il lamento di Mimì. Fra mormorii di arpe celtiche e diatonismi ellenici (forse) immaginari, s’intrecciano ghirlande di clusters per inconorarne l’erma bifronte del Principe di Venosa. Insomma un bel parco-giochi per ragazzi insolenti che, avendo rivoltato tutte le carte del manuale di storia, non si lasciano infinocchiare da sciape baroccherie atmosferiche alla Nyman.
Barbuto e ammiccante come un faunetto, Colusso dirigeva dalla tastiera del gran coda un sestetto di soprani: cinque signore e un’adolescente voce bianca, tutte compunte pur nel divertimento. Fra echi di zufolo pastorale, compatte tessiture a cappella, squarci di Sprechchor anni Trenta, saettavano le prodezze belcantistiche di due specialiste come Margherita Chiminelli e Maria Chiara Chizzoni. Il nome dell’ensemble? “Seicentonovecento”, non c’è proprio da sbagliarsi.