“Il Tesoro nascosto di Matteo Ricci”
Esercizio Spirituale Concertato a cura di Flavio Colusso
con musiche di Palestrina e Da Victoria, Maestri di Cappella della Compagnia di Gesù, e letture di testi di Matteo Ricci sj
ENSEMBLE SEICENTONOVECENTO
& CAPPELLA MUSICALE DI SAN GIACOMO
Flavio Colusso, direttore
GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA (1525 ca. – 1594)
Ut queant laxis, Inno a 4 voci per la Festa di san Giovanni
Thesaurum Absconditum Esercizi a 4 voci sull’Esacordo
Missa Utremifasola (Kyrie, Gloria, Sanctus, Agnus Dei) a 6 voci
TOMÁS LUIS DE VICTORIA (1548 ca. – 1611)
Te Deum a 4 voci
download allegato : Programma di sala
audio/video : Il Tesoro nascosto di Matteo Ricci, 2010
I tesori nascosti di Matteo Ricci
di Johann Herczog
L’evento dall’emblematico titolo vuole rappresentare liberamente l’incontro della cultura occidentale con quella cinese: la musica è una delle chiavi della profonda stima e amicizia conquistate in Cina dal Padre gesuita Matteo Ricci, detto “il matematico” e l’esercizio dell’esacordo si presta mirabilmente all’evocazione dell’eccezionale incontro. Rispettosi di usanze ataviche, i missionari Gesuiti cercavano di adeguarsi al modo di pensare di una popolazione autoctona: tale accomodazione è il segreto della riuscita della missione in Cina, dove Ricci arrivò nel 1582 imparandone la lingua e la cultura e vestendo alla cinese. Consapevole della difficoltà di mediare un nuovo concetto religioso presso una civiltà che non aveva niente da invidiare alla nostra, egli stimolò l’intellighenzia cinese con acquisizioni occidentali come la misurazione del tempo, le piante geografiche, o la mnemotecnica sulla quale scrisse in cinese un trattato. Ricci nel 1601 regalò “un bel clavicembalo” all’Imperatore e il Figlio del Cielo e la sua corte rimasero impressionati.
La cultura musicale cinese, più antica di quella europea, non impiegava la polifonia e il risuonare insieme di più parti suscitò l’ammirazione dei cinesi, amanti della sistematicità, della proporzione e dell’armonia in senso esteso: Ricci e il Padre Pantoja in seguito diedero lezioni a quattro eunuchi musici, i quali chiesero delle “canzoni che si cantavano nelle sonate”.
Dal 1568 Ricci era stato a Roma presso il Collegio Romano, nel cui programma educativo la musica occupava uno spazio considerevole. Sembra ragionevole che il poliedrico Padre sia ricorso alla polifonia per dare un saggio “del concento delle nostre voci” europee e, considerando la sua fantasia combinatoria, che proponesse brani mirati a provocare lo scettico entourage. All’intento propedeutico di far conoscere il sistema di notazione e la didattica occidentale inserita in una tipica composizione costruita su canti fermi, potevano ben offrirsi la Missa ut re mi fa sol la e gli esercizi sull’esacordo intitolati Thesaurum absconditum.